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LA MITOLOGIA...PARLIAMONE...DA CROTONE CITTA' DELLA MAGNA GRAECIA

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IL MITO DI PANDORA

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mareioniokr
view post Posted on 24/5/2010, 20:21 by: mareioniokr
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Samo, l’isola pitagorica
di Francesco Bizzini

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La statua di Zeus, meraviglia “perfetta”
Nicosia, tra i flutti del mare antico Gli dei dell’Olimpo un tempo passarono da qui. Insieme a loro la corrente portò anche culture, commercio e purtroppo anche tanto se non troppo turismo.

Egeo dell’est, Grecia per la precisione con una spruzzatina di Turchia in sottofondo.
Sì, perché l’isola di Samo è a poche miglia sia dalla più famosa Chio, che da quel grazioso arcipelago chiamato Dodecaneso, che anche dal territorio turco.

Prendere la palla al balzo saltando sul primo aereo allora ha il gusto d’aver colto i tipici due piccioni con una sola fava: leggasi un viaggio che ci porta a contatto con la stupenda cultura greca che strizza l’occhio alla bianca mezzaluna.

I trentatremila abitanti proteggono un tesoro forse inaspettato per un turista da sempre attento ad altri scorci “da viaggio organizzato”.

Infatti non dimentichiamo che Samo custodisce sulla sua costa un gioiello d’infiniti carati.

Chiamato Pythagoreion questo antico porto è stato inserito a diritto tra i Patrimoni dell’Umanità per mano dello stesso UNESCO.

E di certo questo sito non soffre di solitudine visto che non distante sorge il tempio diptero dedicato alla dea Era che con esso ha diviso l’importante onorificenza mondiale nell’anno 1992.

Mille metri dividono questa isola dal territorio turco e immergersi in queste acque crea la sensazione tipica di chi ama sostare sulla linea di demarcazione tra due stati, dondolando sul filo di una divisione che è solo cartografica.

Se poi anche lo stomaco brontola possiamo unire al cibo di questa fertile isola un bicchiere del rinomato nettare estratto dall’uva Vathy che si dice essere un’esplosione di piacere per il palato più ricercato.

Il verde che sale da questa feconda terra può riempire la bisaccia del visitatore di frutti d’ottima qualità, come l’olio d’oliva, il miele, i fichi e anche la seta.

Una terra che forma con le altre isole una vera e propria costellazione geografica.
Uno schema di spazi così particolare che non poteva che partorire una figura culturalmente affascinante come Pitagora.

Il filosofo, anche se riduttivo dargli solo quest’appellativo, si nascondeva dietro il mistero che avvolgeva lui, i suoi seguaci e quella strana dottrina che si ostinava a non trascrivere perché credeva nella superiorità della parola orale rispetto a quella scritta.

Altra epoca, strane formule e un alone di mistero.
Perché non andare allora a ricercare quest’emozioni in quest’angolo di Grecia?

Samo, silente aspetta.



CROTONE - legata a SAMO per l'amore, il rispetto, la cultura, l'arte del nostro GRANDE PITAGORA

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Cenni storiciLa fondazione di Kroton avvenne sulla fine dell'VIII secolo a.C. ad opera degli Achei. Di tale evento la leggenda ha tramandato la storia di Myskellos di Rhype il quale, avendo interrogato l'oracolo di Apollo a Delfi ebbe l'ordine di fondare una nuova città nel territorio compreso fra Capo Lacinio e Punta Alice.

Raggiunge il massimo splendore nel V° secolo, con la scuola filosofica, fondata da Pitagora; con la fiorente scuola medica, di cui si ricordano Alcmeone e Democede; con la vigoria dei suoi atleti, dei quali si ricorda, fra tutti, Milone, vincitore di molte Olimpiadi; con la bellezza delle sue donne, che fanno da modelle a Zeusi per il dipinto di Elena.

La città antica ha un circuito murario di 12 miglia ed il fiume Esaro la divide in due parti. La sua zona di influenza (chora) si estende a sud fino a Locri; a nord fino a Sibari, che vince nel 510 a.C.; ad ovest fino al Mar Tirreno. A questo periodo risale l'Heraion di Capo Colonna, che della città greca costituisce uno dei templi extramuranei.

In periodo romano, con il passaggio di Pirro e di Annibale la città si avvia ad irrimediabile declino e si restringe notevolmente, secondo le notizie riportate da Tito Livio e da Petronio.

In periodo medioevale, a seguito delle continue invasioni barbariche, la città si restringe alla sola collina dell'attuale Centro Storico, ed è protetta da una cinta muraria che circonda l'abitato, seguendo l'andamento del terreno.

Fino al Quattrocento la città ed il suo territorio sono feudo della famiglia Ruffo di Calabria, che li detiene con il titolo di marchese, da cui deriva il nome di Marchesato che ancora tutta la zona conserva.

Nel 1531 la città, da feudale diventa pertinente del Regio Demanio, e Carlo V, nel piano di fortificazione delle zone costiere, ordina di provvedere alla costruzione di una nuova cinta muraria e del Castello.

Il vicerè Don Pedro da Toledo fa iniziare detti lavori nel 1541, affidandone la cura all'architetto militare Gian Giacomo D'Acaja e successivamente al padovano Giovanni Maria Buzzacarino.

La cinta muraria, a pianta poligonale, munita di cinque baluardi è protetta, da una parte, dal mare e, dalla restante parte, da ampi fossati e dalla cospicua elevazione.

Nel 1799, sull'eco di quanto era accaduto a Napoli, anche a Crotone, la cittadinanza si impadronisce del potere ed innalza l'albero della libertà al posto del Seggio dei nobili.

Ma la feroce repressione operata dalle truppe sanfediste del cardinale Ruffo, ha ragione dell'accanita resistenza della città, con grave saccheggio.

Nel 1808 la città viene conquistata dai francesi che la detengono fino al 1815. In periodo borbonico la città è meta della sfortunata spedizione dei fratelli Bandiera, che sui trascorsi libertari della sua popolazione, contano per suscitare una insurrezione che si estenda a tutta la Calabria.

Dopo l'Unità d'Italia la città vive una profonda trasformazione e nascono i presupposti per il suo sviluppo futuro, legati al porto ed alla produzione di energia elettrica, che agevola l'insediamento di grossi complessi industriali, ora dismessi.

Il Regio decreto del 2 febbraio 1938 istituisce il Comune di Crotone




Edited by mareioniokr - 3/10/2018, 11:34
 
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